L’uso dell’istogramma nella fotografia.
Se vuoi scattare fotografie di buon livello ormai non puoi più fare a meno di affidarti all’istogramma, strumento presente sulle fotocamere digitali e nei computer, che aiuta a realizzare immagini con una corretta esposizione. Per riuscirci prova a seguire le indicazioni di Tina Tryforos, fotografa, scrittrice ed educatrice americana.
Cosa imparerai:
Cos’è un istogramma.
L’istogramma è un grafico che si trova su tutte le macchine fotografiche digitali, dalle compatte economiche fino alle reflex più sofisticate e costose. Si tratta di fatto dell’unico strumento che è in grado di dire in modo oggettivo se una foto è stata realizzata correttamente sotto il profilo dell’esposizione.
Per semplificare, possiamo dire che quando scatti una fotografia, la luce attraversa l’obiettivo e arriva al sensore interno fissandosi in un’immagine, ma il quantitativo di luce che entra potrebbe essere inadeguato, cioè troppo elevato o troppo ridotto, e rovinare l’effetto finale.
Ebbene, leggendo i valori indicati nell’istogramma potrai comprendere in anticipo se la foto che stai facendo risulterà diversa da come te la aspetti ed intervenire. I problemi possono essere di diverso genere:
- Foto sovraesposta, nel caso in cui alcuni dettagli siano andati perduti a causa di una quantità eccessiva di luce che raggiunge il sensore.
- Immagine sottoesposta, quando al contrario alcuni dettagli vengono persi poiché la luce che colpisce il sensore è insufficiente.
- Foto caratterizzata da ombre troppo chiuse o da luci bruciate, cioè con zone di nero o di bianco, dove il sensore della fotocamera non è riuscito a registrare alcun dettaglio. L’effetto è di confusione, spesso anche di sfocatura
Per che cosa si usa l’istogramma?
L’istogramma può essere utilizzato per migliorare la qualità delle tue immagini e ormai, nell’epoca della fotografia digitale, è essenziale sia in fase di scatto che a livello di postproduzione. Qualcuno sostiene che sia sufficiente guardare l’immagine nello schermo della fotocamera digitale per capire come sarà la foto, ma si tratta di una presunzione frutto di ingenuità.
L’occhio umano viene infatti ingannato da una serie di elementi, come la retroilluminazione del monitor o l’illuminazione dell’ambiente, cui ci si è assuefatti senza quasi rendersene conto. L’istogramma invece non cede a questi inganni, tanto che può essere considerato come la rappresentazione obiettiva dell’esposizione, visto che esprime in modo scientifico quale sia la distribuzione dei pixel nell’immagine, sulla base della loro luminosità.
Principalmente si possono identificare due aspetti riguardo ai quali per un fotografo risulta fondamentale studiare l’istogramma della fotografia.
1. Da un lato osservare il grafico permette di correggere le foto sovraesposte o sottoesposte, che possono essere modificate in anticipo cambiando il tempo di scatto, l’apertura del diaframma o il valore degli ISO.
2. Dall’altro la valutazione dell’istogramma consente di valutare il contrasto nell’immagine, cioè la differenza tra i toni chiari e quelli scuri. Se, ad esempio, il grafico sulla nostra fotocamera si presenta con una curva molto stretta al centro, il contrasto risulterà basso e di conseguenza la foto sarà piatta e meno espressiva. Non certo la foto perfetta cui puntavi.
Come si legge l’istogramma della tua macchina fotografica.
A prima vista l’istogramma si presenta come un grafico con due assi perpendicolari: l’asse verticale Y indica la quantità di pixel per una determinata luminosità, mentre quello orizzontale X definisce la gamma dinamica, che è la differenza massima tra le ombre e le luci, che il sensore della fotocamera riesce a gestire senza problemi. Sull’asse X i valori di riferimento sono 0 per il nero assoluto (nella zona di sinistra) e 255 nell’area di destra, dove si colloca idealmente il bianco puro.
Leggere l’asse delle X e delle Y.
L’asse orizzontale si muove dal nero puro sul lato sinistro dell’istogramma, attraverso ombre, mezzi toni e luci fino ad arrivare al bianco più luminoso sul lato destro. L’asse verticale rappresenta la frequenza, o intensità, di ogni tono, con punte di alta frequenza e cadute verso il basso.
La maggior parte delle fotocamere digitali ha sia un istogramma di luminosità (che appunto misura la luminosità totale) che un istogramma di colore, che invece calcola l’intensità dei toni rossi, verdi e blu. Alcuni programmi per computer, come Adobe Photoshop Lightroom, riescono invece a mostrare tanto la luminosità quanto i colori in un unico grafico. Per spiegare meglio come procedure nella lettura possiamo dividere il grafico in tre aree:
1. Il settore di sinistra rappresenta le ombre e i toni scuri, quindi se una tua foto ha una concentrazione maggiore da quella parte significa che la maggioranza dei pixel che compongono l’immagine sono “scuri”.
2. Il settore di destra rappresenta invece le luci e i toni chiari, dunque se la foto che hai scattato o stai per scattare si caratterizza per una concentrazione maggiore in quell’area, vuole dire che la maggioranza dei pixel sono “luminosi”.
3. La parte centrale rappresenta, infine, la via di mezzo, quella cui aspirare, perché, se la tua foto corrisponde nel grafico a una concentrazione maggiore di linee in quella parte, significa che la maggioranza di pixel della fotografia sono in una tonalità media, senza eccessi né nel chiaro né nello scuro.
Istogramma a grappolo.
Può anche accadere che tutti i tuoi toni siano concentrati in una zona dell’istogramma e che ci sia molto spazio su entrambi i lati. In questo caso si parla di istogramma a grappolo e significa che il contrasto potrebbe essere troppo basso. Per modificare questa situazione puoi tentare alcune soluzioni.
Qualora tu sia in un ambiente chiuso, che puoi in qualche modo controllare, devi aggiungere lampade, così da riuscire ad intensificare le luci e ad approfondire le ombre. Se al contrario l’ambiente è esterno, puoi tentare di inquadrare il soggetto della foto in modo da includere intorno ad esso altri elementi, che facciano da contrasto.
Dovrai poi ovviamente prevedere di lavorare su questa immagine nella fase di postproduzione al computer, usando software che siano dotati di comandi per correggere l’istogramma.
Metti a confronto diverse letture dell’istogramma.
Per Tina Tryforos, che vanta una esperienza di anni in questo settore, la cosa davvero importante da fare, quando si comincia a scattare usando gli istogrammi, consiste nel metterne a confronto diversi, valutando come lo stesso soggetto si trasformi a seconda di quanta luce viene raccolta durante lo scatto. Basta osservare i grafici uno vicino all’altro, per rendersi conto che si tratta di cambiamenti rilevanti.
- Se il settore di sinistra rappresenta le ombre e toni scuri, significa che la maggioranza dei pixel che compongono la tua immagine sono “scuri”. Si tratta di una immagine “low-key”, che può essere corretta facendo entrare più luce tramite l’abbassamento della velocità dell’otturatore o l’aumento dell’ISO, che è appunto la sensibilità alla luce.
- Nel caso in cui invece siano predominanti le tracce nel settore di destra, vuol dire che luci e toni chiari sono numerosi. La foto si chiama in gergo “high-key” e all’occhio non esperto potrebbe apparire semplicemente sbiadita. Per evitare che accada, procedi a un’esposizione più breve, riduci il diaframma o abbassa l’ISO. Inizialmente, osservare i due grafici vicini, ti permettà di capire davvero quello che succederà alla tua immagine una volta che avrai scattato e ti consentirà di procedere verso la foto perfetta, inseguendo la tua ispirazione.
Come usare un istogramma nella fase del ritocco.
Secondo gli esperti, come Tina Tryforos, è importante ricordare che non esiste un’unica forma corretta di istogramma. Al variare delle condizioni del soggetto e dell’illuminazione, varierà anche l’istogramma che cattura quelle informazioni.
Anche per tale ragione, conviene sempre scattare in un formato raw non compresso e non modificato dalla fotocamera, in modo che tutte le informazioni catturate vengano conservate. In questo modo, quando sarai nella fase di postproduzione e ritocco, potrai decidere cosa tenere e cosa scartare. L’uso dell’istogramma, inoltre, ti permette di sperimentare senza perdere i dettagli delle ombre o delle luci.
Sfruttando l’istogramma del programma Adobe Photoshop Lightroom, che si trova in alto a destra nel pannello, dedicati a sperimentare con gli strumenti a disposizione per lavorare sulle ombre, le luci, l’esposizione, il colore. Le correzioni che richiedono pochi minuti sono davvero tante. Qualche esempio?
Ritocca le luci tagliate.
Tra i vari problemi che possono emergere dopo uno scatto apparentemente perfetto, c’è anche quello delle luci tagliate. Nel caso si creasse questa situazione, l’istogramma potrebbe rivelarsi determinante, dato che il triangolo nell’angolo in alto a destra del grafico diventerà bianco.
Sarà sufficiente cliccare sul triangolo o toccare il tasto J per vedere i dettagli delle luci che sono andate perdute, dal momento che appariranno sul tuo schermo colorate di rosso. Adesso che il problema appare chiaro davanti ai tuoi occhi, potrai procedere a regolare l’esposizione o il contrasto e vedrai che, mentre lo fai, l’istogramma si modificherà.
Perfeziona esposizione e contrasto.
Può capitare che le frequenze dell’istogramma siano raggruppate tutte verso il centro dell’immagine, con spazi vuoti ai bordi. Un risultato che può dipendere dalla mancanza di contrasto. Per risolvere questo problema, ti basta lavorare sui mezzi toni e aumentare la gamma dinamica della tua immagine, spostando il cursore Contrasto verso destra.
Se a questa prima mossa, aggiungi quella di compiere dei leggeri aggiustamenti sui cursori Chiarezza e Nitidezza, ti accorgerai che la gamma dinamica aumenterà in modo significativo, cambiando in meglio l’equilibrio della tua fotografia.
Controlla l’istogramma prima di stampare.
Prima di procedere alla stampa della tua immagine devi ricordarti di controllare il grafico dell’istogramma, tanto sulla fotocamera quanto sul computer. Esistono spesso margini di correzione, si possono eliminare sbilanciamenti e restituire all’immagine l’efficacia che ti aspettavi che avesse.
Ricorda che i computer Mac e Windows offrono strumenti di calibrazione del colore, ma una calibrazione veramente accurata richiede un colorimetro. Questi dispositivi misurano i colori del tuo schermo rispetto agli standard di colore dell’industria e creano un profilo di colore unico per il tuo monitor.
Con un profilo colore accurato e un istogramma bilanciato, potrai catturare l’intera gamma dinamica delle tue foto ed evitare spiacevoli sorprese quando stampi.
“Dico ai miei studenti che se devono stampare, guardino sempre prima l’istogramma. Poi li invito a regolare i cursori destro e sinistro per assicurarsi di avere una gamma tonale completa nella loro stampa”. Tina Tryforosl
Istogramma fotografico: le domande ricorrenti.
Ecco di seguito alcune delle domande più ricorrenti quando si discute di fotografia con dei principianti che non hanno ancora fatto proprie regole e caratteristiche dell’istogramma.
Come si presenta un istogramma?
L’istogramma si presenta come un grafico composto di linee verticali affiancate, che spesso finiscono per produrre forme simili a curve. Se l’immagine è bilanciata assomiglia a una montagna o a un triangolo. Nel caso in cui invece ci siano degli squilibri, le linee saranno più concentrate, quasi ammassate, su un lato del grafico oppure su quello opposto. E dovrai intervenire prima dello scatto e certamente prima della stampa per cercare di correggere l’errore.
Cosa si intende per sovraesposizione nella fotografia?
In ambito fotografico, il termine sovraesposizione viene utilizzato per indicare che una pellicola o un sensore fotografico hanno ricevuto troppa luce durante lo scatto. Per effetto di questa esposizione eccessiva alla luce, la foto risulta troppo chiara.
Succede abbastanza spesso, quando si scatta una foto alla luce diretta del sole oppure se la fonte di luce è troppo forte rispetto al soggetto che ti interessa. In ambito digitale qualcuno sostiene che la sovraesposizione potrebbe non essere un problema, tanto che viene ricercata da alcuni autori. Ma all’inizio può risultare spiacevole e quindi conviene correggerla controllando l’istogramma prima di scattare
Come si interviene sulle fotografie sovraesposte?
Se la tua fotografia non è accettabile per via di quell’alone chiaro, che sembra quasi spettrale, non devi disperarti. La tecnologia è dalla tua parte con alcuni programmi di ritocco, come ad esempio Adobe Photoshop Lightroom.
Apri il pannello di controllo e cerca i cursori che funzionano come bacchette magiche. Un esempio? Basta andare su Immagine, poi passare su Regolazioni, scegliere Ombre e Punti salienti e potrai lavorare su una serie di opzioni per ritornare a un effetto accettabile, cancellando gli aloni di luce o di buio che sembrano voler infrangere i tuoi sogni da fotografo e artista.
I collaboratori di Adobe per la fotografia.
Tina Tryforos è una fotografa, scrittrice ed educatrice. Quando non scatta, insegna fotografia e arte digitale. Cresciuta a New York, ora vive a Rhode Island.
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